Straordinaria sequenza di assaggi presso la cantina di Mamete Prevostini a Mese, a due passi da Chiavenna. Gamma ricca e qualità media assai elevata, stupiscono l’eleganza unita a struttura e intensità di gusto di tutti i vini assaggiati. Non sembri blasfemo ma è difficile non fare paragoni con le migliori cantine di Langa.
Detto che tutti i vini meriterebbero di far parte di una cantina di casa, ne dettaglio di seguito 3 che possono rispondere ad occasioni di consumo diverse per abbinamento col cibo o importanza del momento:
Sassella Marene 2017: profumo elegante che ricorda le amarene, sorso pieno, saporito e suadente; una bottiglia di grande bevibilità e fascino, da aprire in qualsiasi occasione e con qualsiasi pietanza che si abbini ad un vino rosso di corpo
Valtellina Superiore Riserva 2015: profumi e ingresso al palato da vino di rango, bella progressione gustativa, intenso e profondo, oggi e per diversi anni maturo e pienamente godibile, per accompagnare i piatti e i formaggi più impegnativi della tradizione valtellinese
Sforzato Corte di Cama 2017: fuoriclasse assoluto, senza se e senza ma, elegante, caldo, sorso vellutato e avvolgente, palato dinamico e appagante, di grande struttura, magnifico e interminabile finale. Un vino per volersi bene, da bere in qualsiasi occasione meriti di essere celebrata
Impossibile, per manifesta qualità, non citare gli altri rossi, e cercare di fornire una ideale collocazione per la propria cantina in ordine di eleganza e struttura crescenti:
Grumello Garof 2017, rosso di corpo elegante, di beva morbida e moderata complessità
Sassella Sommarovina 2017, per struttura ed eleganza un livello sopra il precedente
Inferno La Cruus 2017, tipologia come il precedente
Sassella San Lorenzo 2016, tipologia come il precedente
Sforzato Albareda 2016, stessa tipologia dei vini più ricchi, eleganti e corposi, per occasioni speciali
Il bianco Opera 2019 (uve Chardonnay, Sauvignon, Pinot Bianco e Incrocio Manzoni in pari percentuale) e il rosato Monrose 2019 (da uve Nebbiolo) sono il degno corollario (in realtà il preludio nella sequenza cronologica degli assaggi) di una degustazione da incorniciare.
garantendo la massima attenzione e il distanziamento sociale per questo motivo la serata sarà a numero chiuso!
Dulcis in fundo e Sorsi di territorio propongono:
MENU’ DELLA SERATA:
Colli di Luni Vermentino 2019
“Condiglione” di polpo
Colli di Luni Vermentino Il Maggiore 2019
Spiedino pollo, mele e gamberi con salsa alla camomilla
Colli di Luni Vermentino Superiore 2019
Bocconcino di rana pescatrice pancettata con pomodoro confit
Colli di Luni Rosso Maniero 2019
Tagliata di manzo con sedano e olive di riviera su letto di patate alle erbe
euro 35,00 a persona
Nell’ultimo lembo di Liguria verso le Alpi Apuane, tra il Golfo della Spezia e le spiagge della Versilia, i Colli di Luni offrono un paesaggio unico di borghi e vigneti affacciati sul mare. Qui regna da secoli la coltivazione dell’uva bianca Vermentino, e si può ben dire che, insieme alla Gallura in Sardegna, i Colli di Luni rappresentino oggi il vertice qualitativo per la produzione italiana del vino Vermentino. Ottaviano Lambruschi per primo ha saputo valorizzare questo territorio tanto che già alla fine degli anni 90 i suoi vini erano richiesti alla mensa del Quirinale. Da una estrema cura della vigna e da alcune delle colline meglio esposte, Costa Marina e Il Maggiore, ha trasferito nel bicchiere le brezze salmastre, il sole e la mineralità dei suoli, riuscendo ad evocare in chi degusta la suggestione visiva di quel mare azzurro infinito di fronte ai vigneti.
Nella serata avremo modo di assaggiare 3 versioni diverse di Vermentino in una sequenza ideale che parte da una versione di gustosa immediatezza, per poi salire in eleganza, ampiezza aromatica e struttura. Il Rosso Maniero, fruttato e beverino, completerà questa incursione nei Colli di Luni accompgnata dai vini di Ottaviano Lambruschi.
garantendo la massima attenzione e il distanziamento sociale per questo motivo la serata sarà a numero chiuso!
Dulcis in fundo e Sorsi di territorio propongono:
MENU’ DELLA SERATA:
Verdicchio Brut Metodo Classico Riserva 2016 Garofoli
Carpaccio di pesce spada brunoise di pesche al timo
Verdicchio di Matelica 2019 Collestefano
Polpo spadellato con patate allo zenzero, spinaci novelli e mandorle
Verdicchio dei Castelli di Jesi Riserva Serra Fiorese 2016 Garofoli
Insalata di pollo alla vaniglia, mango e sale Maldon
Verdicchio dei Castelli di Jesi Passito Brumato 2009 Garofoli
Frutta caramellata con granella di nocciole
euro 35,00 a persona
La notorietà del Verdicchio fuori dai confini locali si deve alla caratteristica bottiglia ad anfora ideata negli anni ’50 dall’architetto Antonio Maiocchi per un noto e intraprendente produttore di Castelpiano. Grazie alla crescita negli ultimi decenni di un movimento di produttori sempre più consapevoli e votati alla qualità, oggi il Verdicchio è uno dei vitigni italiani a bacca bianca più versatili e dagli esiti qualitativi e di longevità più interessanti.
La serata offrirà la possibilità di assaggiare 4 versioni completamente diverse di Verdicchio, dallo spumante al passito, passando per i vini fermi, uno d’annata e uno riserva, che daranno il polso di quanto ormai la viticultura del Verdicchio e i suoi esiti qualitativi siano cresciuti. Vinicio di Sorsi di Territorio ci condurrà in questa sorprendente e fantastica carrellata in abbinamento ai piatti studiati con la consueta passione da Saverio e Francesco, per esaltare al massimo ogni accostamento.
Rotta per un’ora la quarantena per andare a prendere un po’ di pesce (gamberi e gallinella per una pasta a pranzo e sgombri sfilettati per la cena) rientro a casa determinato ad aprire la nuova annata di Altrove, bianco icona delle Cinque Terre, prodotto da uno dei pochi produttori liguri di respiro sovra nazionale, conosciuto a New York come in Australia.
La degustazione ha rivelato un Vino di Territorio come pochi assaggiati recentemente. Bella corrispondenza tra naso e palato, intenso, con un ampio ventaglio di percezioni gustative, carattere secco e salmastro, con note di erbe liguri, frutta esotica, spezie. Gusto pieno, avvolgente, dinamico, di bella progressione gustativa e ottima persistenza. Riconosci la territorialità nel richiamo al mare, nei colori di un Cinque Terre della tradizione contadina, nella verticalità dei sapori, che richiamano gli aromi delle erbe sui terrazzamenti, e le scogliere tra Riomaggiore e Portovenere, sopra le quali sorgono le vigne.
Pur senza la struttura ed eleganza del 2016, raggiunge comunque, attraverso un armonico blend di 2 annate minori, la soglia dell’eccellenza. La pasta con ragù di gallinella e gamberi e gli sgombri freschissimi non potevano avere abbinamento più riuscito.
Complimenti al visionario Walter De Battè, che sa far emergere sempre il meglio del Territorio anno dopo anno per la gioia di noi appassionati.
La nostra descrizione in termini più formali (seguendo la scheda di valutazione AIS):
Esame visivo: cristallino, giallo dorato vivace, di bella consistenza
Esame olfattivo: profumi intensi, complessi e fini, si riconoscono profumi vegetali di alga marina, foglia di pomodoro, timo, origano, profumi fruttati di frutta esotica (mango), di frutta sciroppata (pesca), profumi speziati di vaniglia e zafferano, profumi minerali di salmastro
Esame gusto-olfattivo: secco, morbido e fresco, sapido, di corpo, equilibrato, intenso, persistente, fine
Vino: Altrove 2017/2018, 14% Vol, di Walter De Battè
Denominazione: Vino Bianco – Quantità prodotte: 1.600 bottiglie – Prezzo in enoteca: sui 38 €)
Frequento questa simpatica anteprima dei vini mito di Langhe e Roero, presentati a Milano da Go Wine, ormai da parecchi anni e devo dire trovo sempre indicazioni interessanti per un futuro consumo e per future iniziative. Un plauso per la meritoria costanza organizzativa a Go Wine, che questo 23 Febbraio 2020 ci ha portato 48 Produttori, incluso l’ottima distilleria piemontese Sibona, con circa 200 vini in degustazione.
Di seguito le preferenze di Sorsi di Territorio riguardo quel 25% di aziende incontrate e di vini degustati. Il cuore arcobaleno simboleggia qualcosa che va oltre il giudizio quantitativo, qualcosa che lascia un’impronta profonda di territorialità, di empatia gustativa, che esonda il valore, comunque elevato, del gusto.
Gli assaggi da Podio.
Ecco il podio di Sorsi di Territorio limitatamente ai vini degustati il 23 Febbraio.
1° gradino
Barolo Riserva San Bernardo 2013 di Palladino
2° gradino (Vini in ordine alfabetico secondo il nome dei Produttori)
Barbaresco Giacone 2012 di Cascina Alberta
Roero Trinità 2015 di Malvirà
Roero Monfrini 2016 di Ponchione
3° gradino (Vini in ordine alfabetico secondo il nome dei Produttori)
Roero Valmaggiore 2016 di Cascina Chicco
Barbaresco Massalupo 2015 di Lano
Roero Trinità 2007 di Malvirà
Barolo Parafada 2015 di Palladino
Barolo Cannubi 2016 di Francesco Rinaldi & Figli
Barolo Arborina 2016 di Mauro Veglio
I Produttori da visitare (o che mi piacerebbe conoscere più da vicino)
Se è vero che a tavola non si invecchia allora credo che anche alle visite in cantina si dovrebbe applicare lo stesso detto. Non mi ricordo una visita che non mi abbia lasciato qualcosa. Le persone sono appassionate, e vogliono rappresentare al meglio il proprio territorio. In alcuni casi ti avvicini a visioni della vita e del vino che rimarranno a lungo nei tuoi ricordi. Data la premessa è però vero che non è facile giudicare senza conoscenze pregresse, e sulla base di una semplice degustazione in un contesto pubblico.
Ciononostante, pur essendo evidenti i limiti del contesto, spesso mi rimane il desiderio di approfondire. Diciamo che il livello medio / alto dei vini, la gamma e il rapporto qualità / prezzo sono la base razionale.
A questa si aggiunge qualcosa, possono essere i modi dell’accoglienza, una descrizione dei vini accattivante, una storia legata alla cantina o al territorio, una suggestione particolare che ha fatto effetto in quella particolare occasione …
Tornando alla serata, e come avrete capito senza nulla togliere alle stupende cantine non menzionate o che pure trovate nei vini da Podio, descrivo di seguito quelle che il 20 Febbraio si sono più avvicinate alla categoria sopra descritta, dove lavorano, cosa producono e perché giudico valga la pena seguirle:
Cascina Alberta, Treiso
Siamo nella zona di produzione del Barbaresco, ma la cantina produce anche 2 ottime Barbera d’Alba e un altrettanto buono Nebbiolo, non contando un Riesling maturato in botte di ceramica a tiratura limitata. Il loro Barbaresco si chiama Giacone, commercializzato a partire dall’annata 2012, che è stata ripresentata, come avete visto nel Podio sopra riportato, in grandissima forma il 20 Febbraio insieme all’ultima uscita, il 2017. La cantina è giovane, si respira entusiasmo, i vini sono tutti validi e tendono all’eccellenza nelle rispettive categorie. La cifra stilistica è la bevibilità. Da seguire nel tempo.
Malvirà, Canale d’Alba
Quando si parla di vertici qualitativi raggiunti nel Roero non si può più fare a meno, da alcuni decenni in qua, di parlare di Malvirà. A dispetto della notorietà della cantina tra appassionati e specialisti, è la prima volta che ho avuto l’opportunità di assaggiare insieme più vini e di parlare direttamente con il produttore. La qualità dei vini, 3 Roero, di cui 2 da vecchie annate, un Barolo, e un ottimo bianco Arneis, e la passione che ho riscontrato, sono di ispirazione per coinvolgerli in future iniziative dedicate a chi ci segue.
Ponchione, Govone
Ancora Roero. La maggiore frequentazione mi consente qui di essere un po’ più netto nei giudizi. Ponchione offre un’ampia gamma di vini, e per tutti cerca di ottenere il massimo. Dal nuovo spumante presentato il 20 Febbraio, un metodo classico Rosè a base Nebbiolo, al bianco Arneis, ai rossi Barbera in 2 spettacolari versioni, al Nebbiolo e infine al cavallo di razza della casa, il Roero Monfrini. Sempre vini buoni / eccellenti, simpatia e passione, e rapporto qualità / prezzo. Prossimamente fra le nostre iniziative di acquisto.
Mauro Veglio, La Morra
Siamo nel cuore dei Barolo gentili, quelli dei paesi di Barolo e appunto La Morra, per distinguerli dai più strutturati di Serralunga e Monforte. Primi assaggi in assoluto di questa cantina il 20 Febbraio. 4 Baroli, di cui un buon base e 3 Cru, tutti tra molto buono ed eccellente. Bella accoglienza, sensazioni veraci di territorialità al palato e nella descrizione dei vini, rapporto qualità / prezzo preannunciato molto buono (vi saprò eventualmente dire) e gamma di rossi che si preannuncia interessante da esplorare (Nebbiolo, Barbera, Dolcetto)
Donna Viola è la sfida di una tradizione che racconta una storia nuova.
Creata da Petroni Vini, storica cantina pugliese che dal 1865 produce un vino legato al territorio e alla tradizione, Donna Viola nasce dalla stessa terra di Puglia per dar vita a una nuova sfida.
Partire dai metodi tradizionali del passato e creare una nuova autenticità del made in Puglia con i suoi vitigni autoctoni.
Piatto del Casaro (assaggio di formaggi della Valsassina)
“La famiglia Verdi possiede terre vitate in Oltrepò dal 1700 e da 4 generazioni è attiva l’Azienda, con una filosofia produttiva ben sintetizzata dal loro motto: Il Rispetto della Vigna, della Vite e del Vino uniti a Cuore, Passione e Testa.
Paolo Verdi ha condotto negli ultimi decenni la Cantina portandola fra quelle di eccellenza del comprensorio, come certificano ogni anno le guide specializzate. E’ significativo che i numerosi riconoscimenti siano ottenuti da bottiglie diverse, a dimostrazione dell’ottimo livello raggiunto con una gamma completa di vini che coniugano personalità e bevibilità, e che oggi rappresentano in modo esemplare il Territorio.”
Territorio Oggi parliamo dell’estremo Levante ligure, un territorio racchiuso nella parte orientale della Provincia di La Spezia ed esteso, con la DOC Colli di Luni, ad alcuni comuni toscani della provincia di Massa Carrara. Da un punto di vista geografico siamo ormai oltre l’appennino ligure. Dal borgo di Castelnuovo Magra, cuore vitivinicolo della zona, si ha il Golfo della Spezia a occidente, al di là del fiume Magra, mentre le Alpi Apuane, con le cave di marmo chiaramente visibili, troneggiano allo sguardo qualche chilometro più a Est. Il mare riempie l’orizzonte a Sud con la sua inconfondibile macchia di blu e porta brezze salmastre, a volte resinose quando spirano dalla pineta di Monte Marcello. In questa terra di confine, seppure regionale, e di passaggio (a Nord la via Francigena porta a Pontremoli, al Passo della Cisa, e infine alla Pianura Padana), si produce uno dei bianchi italiani più interessanti e rappresentativi: il Vermentino.
Le caratteristiche del vino Il vino si presenta con profumi floreali e di frutti bianchi e gialli ed esibisce al palato ottima freschezza e bevibilità. E’ gustoso e morbido ma al contempo sapido, spesso salino per il terreno ricco di sali minerali. Il finale è tipicamente amarognolo, soprattutto in gioventù, e lascia un palato pulito con gradevoli note ammandorlate. Fra le zone geografiche di produzione italiana il Colli di Luni Vermentino si distingue per eleganza e mineralità. In sintesi stiamo parlando di un vino mediterraneo, ricco di sapore, secco, elegante, adattissimo agli abbinamenti con pesce e frutti di mare.
Tipologie presenti sul mercato Nel mercato, e a volte all’interno della stessa cantina, si trovano versioni fra loro diverse, tese ad esplorare le potenzialità del vitigno e a migliorarne la bevibilità. Si assiste, con esiti sempre più convincenti, ad una ricerca espressiva che il consumatore curioso non può che valutare positivamente. Descriverò, con relativi giudizi, alcuni Vermentino (non solo DOC) di questa zona che ho avuto modo di seguire da vicino nelle ultime stagioni. E’ quindi un campione limitato (10 produttori, 16 vini), seppure significativo, che non esaurisce la molteplicità di offerte di qualità oggi disponibili.
Gli Assaggi Ho suddiviso i vini secondo 2 filoni: i vermentini classici e quelli frutto di ricerca. Per farvi capire cosa intendo direi che i primi generalmente sono più secchi, puntano sulla freschezza e ad un consumo entro i 2 anni dalla vendemmia. I secondi si allontanano in modo più deciso dallo schema classico, ad es. per la raccolta tardiva delle uve, per l’affinamento in legno o per macerazioni lunghe sulle bucce, e per questi motivi possono risultare complessivamente più morbidi, e anche più articolati e complessi. In entrambe le tipologie si riscontrano esempi di longevità sorprendenti, non pronosticati dagli stessi produttori, una prova che non tutte le potenzialità del vitigno sono del tutto conosciute. Per ogni tipo viene citata l’annata che ha maggiormente impressionato tra quelle degustate negli ultimi 2 anni.
Nota sui giudizi utilizzati: Fiesta (in centesimi da 85 a 87), Celebration (88 o 89), Top (da 90 a 92). A latere, indipendentemente dalla valutazione, viene aggiunto un cuoricino stilizzato per i vini che hanno lasciato una più duratura traccia nella memoria e nello spirito
Assaggi 1 – Vermentini Classici (in ordine alfabetico del produttore)
• Baia del Sole
Sarticola 2016: palato avvolgente e pieno, sapido, grande vena minerale, bella struttura e finale gradevolmente ammandorlato, ottima persistenza. Giudizio: Top Oro d’Isèe 2017: bella vena acidula che scatena succulenza al palato, di gradevolezza immediata, di media struttura e buona persistenza. Giudizio: Fiesta
• Giacomelli
Le Pianacce 2018: palato immediato e gustoso, morbido, buona intensità di gusto e facilità di beva. Giudizio: Fiesta Boboli 2017: acidità e struttura, palato fresco e leggermente aromatico, anche per la presenza di un 5% di Malvasia di Candia. Il vino, pur morbido, rimane assolutamente secco. Ottima bevibilità. Giudizio: Celebration
• La Colombiera Celsus 2017: dalle vigne a 250 metri sul mare dei vigneti di proprietà del comune toscano di Fosdinovo La Colombiera ha prodotto, avvalendosi di una breve macerazione sulle bucce, questo Vermentino pieno, di rara struttura e dinamicità al palato. Una nota quasi torbata rende profumi e beva ancora più accattivanti. Giudizio. Top.
• Ottaviano Lambruschi
Costa Marina 2017: grandissima finezza ed equilibrio, palato morbido, sapido e ricco di sfumature, finale di ottima persistenza. Un raffinato gentleman sui Colli di Luni. Giudizio: Top.
Il Maggiore 2018: Grande struttura ed eleganza, entra al palato decisamente secco, quasi verticale, e si apre ad una ampia gamma di sensazioni lasciandolo pieno di freschezza e gusto. Paradigmatico nella sua categoria. Giudizio: Top Ottaviano 2018: leggermente macerato si mantiene comunque al gusto nell’alveo della tradizione, secco, sapido e minerale. La struttura è non comune e si sente al palato anche a sorso concluso. La beva rimane purtuttavia scorrevole. Giudizio: Celebration
• Santa Caterina
2016: l’assenza di appellativi non induca a scambiare questo per un classico vino base. Intanto è godibile per diversi anni, ha ottima sostanza, grande freschezza e pienezza di gusto, è morbido e succoso. Giudizio: Celebration
Assaggi 2 – Vermentini “di ricerca” (in ordine alfabetico del produttore)
• Lunae Cavagino 2015: a partire da uve di ottima selezione è stato ottenuto, con un significativo passaggio in legno, un prodotto spiazzante bevuto giovane, ma di grande e gratificante dinamicità al palato bevuto dopo un opportuno affinamento, quando il legno, meno evidente in quanto tale, si è fuso con l’evoluzione naturale del vino donando complessità e ricchezza aromatica. Valutazione: Celebration.
• Giacomelli
Il Giardino dei Vescovi 2017: opulenza, freschezza, eleganza. Il passaggio in legno, evidente ma ben dosato, non ottunde una sostanza magnifica. L’impatto al palato è monumentale per calore e intensità di gusto, e stupiscono l’equilibrio e ancora una freschezza e dinamicità da vero fuoriclasse. Valutazione: Top.
• Il Torchio
Il Bianco 2018: naso aromatico, con bella corrispondenza al palato, gusto immediato, semplice, fruttato (pesca ?), di una naturalezza non affettata. Se lo lasci crescere nel bicchiere, lo sentirai via via più profondo ed emozionante. Valutazione: Fiesta.
Lunatica 2018: lunghissima macerazione e passaggio in terracotta. Il vino risulta elegante, floreale, gustoso con personalità, migliorerà ancora con l’affinamento. Valutazione: Celebration.
• La Pietra del Focolare
L’Aura di Sarticola 2017: vendemmia tardiva di grande fascino. Strepitosa sostanza in equilibrio fra vena acida e morbidezza. Beva sontuosa: palato ampio, intenso, vellutato. Grande bicchiere. Valutazione: Top.
Vermentino Anfora 2017: altro riuscito esempio delle potenzialità del vitigno. Macerazione ed anfora danno morbidezza e complessità, la beva è fresca, piena e vellutata. Valutazione: Celebration.
• Prima Terra Carlaz 2018: da una macerazione prolungata sulle bucce emerge un vino di territorio come pochi, insieme salmastro, quasi roccia fluida, e carezzevole, come una brezza di mare che però ti lascia il sale sulla pelle. Valutazione: Celebration.
Le Barbere di Gianluigi fanno bella mostra anche nelle etichette
Il 25 Ottobre Gigi l’Orso ha invitato i fedelissimi della sua Barbera ad una degustazione di alcune annate e tipologie da lui prodotte. Siamo partiti dalla frizzante Tridesca 2018, una versione molto armonica e beverina, ideale per iniziare il pasto e siamo poi passati ad una Barbera d’Asti 2013 (solo acciaio) in formato Magnum. Piena e matura e davvero scorrevole.
Il finale con abbinamento di anatra all’arancia ha visto contendersi il primato della serata fra le due Barbera d’Asti La Bimba (un anno in botte piccola) in formato Magnum, una del 2007 e una del 2001.
Grande prova di entrambe, con il 2001 ancora decisamente in piedi e di gran carattere, come del resto l’annata favorevole e particolarmente acida induceva a pensare. Di contro una 2007, da annata calda, morbidissima e di grande equilibrio, probabilmente al massimo della sua maturazione.
Pubblico diviso. Vince di misura la 2001, preferita anche dal produttore. Per Sorsi di Territorio la 2007 prevale per eleganza ed equilibrio. Bravo il nostro Gianluigi Orsini, sincero e verace come i suoi vini.
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