Stefano Milanesi: l’Oltrepo’ di un Enoartigiano (creativo)
(Santa Giuletta Fraz. Castello – 12 Settembre 2020)
Stefano Milanesi, che si definisce Enoartigiano, è artefice da oltre 20 anni di vini visionari, eppure indissolubilmente legati al Territorio. Parafrasando un motto diventato celebre tra le multinazionali dell’informatica per definire il proprio modo di operare: “testa fra le nuvole e piedi ben ancorati a terra”.
La testa fra le nuvole che io vedo in Stefano Milanesi è un atteggiamento che lo spinge a volare al di sopra, grazie a un mix di inclinazioni personali (curiosità, spirito da esploratore, un pizzico di anarchia) che poi lui riesce a rendere concrete grazie alle solide competenze, enologiche, di conoscenza del carattere delle uve e di cura della propria vigna. Ed ecco i vini (sorprendenti) degustati:
Smila 2017, Metodo Classico non dosato da uve Cortese, Pinot Nero e Riesling Italico: originale l’utilizzo del Cortese, insolito per un Metodo Classico dell’Oltrepò. Bollicina morbida e avvolgente, di ottima beva e buona articolazione e persistenza. Spontaneo per la bevibilità abbinarlo come aperitivo ma il bel finale sapido suggerisce la possibilità di prolungarne il consumo anche per il resto del pasto
Pit Stop 2019, vino rosato fermo da uve Croatina: la scelta di fare una Croatina in rosa è un inedito a mia conoscenza. Profumi fragranti di frutta matura, palato ampio, morbido e avvolgente, bel finale saporito.
Neroir 2019, Pinot Nero fermo vinificato in rosso: una versione sorprendentemente giovane, e per questo molto gradevole, fruttata, di ottima freschezza e bevibilità, da aperitivo e da servire alla temperatura di 12°.
Alessandro 2018, rosso da uve Cabernet Sauvignon: nero impenetrabile, grande impatto al naso e al palato, calore sorretto da acidità e da un bel tannino levigato, al palato sembra quasi masticabile. E’ bevibile oggi come tra dieci anni. La grande struttura unita ad una bella freschezza me lo fanno abbinare a carne salsata, lessi, formaggi. Un vero cavallo di razza.
Elisa 2014, rosso da uve Barbera: una premessa va fatta spiegando che questa è una delle bottiglie storiche di Milanesi, realizzata solo in annate di pregio. Aver avuto il coraggio di farla nel 2014, annata davvero difficile in Italia, merita un plauso già in partenza. Il colore scarico e un po’ evoluto mi sono parsi coerenti con la premessa. Il naso ha confermato le note evolute, di frutta rossa sotto spirito, ma anche di essenze di legno di noce con qualche sfumatura eterea.
Dopo alcuni minuti di ossigenazione sono emerse note più fresche, di rabarbaro e bergamotto. L’impatto al palato ovviamente è meno muscoloso di altre annate, ma di gran carattere e non meno gradevole. E’ stato bello riconoscere che l’essenziale di questo grande vino è rimasto anche nel 2014: asciutto, caldo, grande acidità e struttura, pienezza di gusto, persistenza, un grip irresistibile per chi ama la Barbera. Bravo Stefano !
Cinque vini da altrettanti vitigni dicono molto del legame di Stefano con il territorio. Non sono gli unici. Per una carrellata completa un vivo consiglio: passate dall’Enolocanda 700. La moglie Simona vi potrà servire, abbinati a piatti e salumi di Oltrepò, tutta la batteria dei vini di Stefano (da non perdere i 2 Metodo Classico a base Pinot Nero e la Croatina OPpure, ovvero Puro Oltrepò, che rivaleggia con gli Sforzato di Valtellina).